Non si era mai parlato così tanto di rientro a scuola. Se ne è dibattuto, si è discusso delle problematiche e si sono cercate soluzioni. Finalmente, dopo mesi di lockdown e sistemi misti di presenza e didattica a distanza, con sforzo e fatica, alunni e insegnanti sono tornati a scuola, senza mascherine e distanziamento sociale. Ma anche nelle situazioni di “normalità” la vita a scuola non è quella di prima. Tutto è cambiato e bambini e ragazzi lo sentono.
Per questo si è deciso di chiedere ad alcuni di loro di raccontare cosa provano e come stanno vivendo il ritorno alla normalità, tra i corridoi e insieme ai loro compagni.
La prima intervistata è la studentessa Giulia Caruso che frequenta il terzo anno del Liceo magistrale statale Leonardo da Vinci di Alba.
Ciao Giulia, grazie per l’intervista. Direi di iniziare subito con la prima domanda. Quale ruolo sta giocando nel tuo cammino l’esperienza al Liceo Leonardo da Vinci di Alba?
Il Liceo Leonardo Da Vinci mi sta dando l’opportunità di studiare materie che mi interessano e che potrebbero aprirmi diverse porte per il futuro. Allo stesso tempo è un ambiente piacevole dove sono circondata da belle persone con cui riesco ad esprimermi liberamente.
Come hai vissuto l’esperienza del covid e della chiusura delle scuole? Ti senti diversa rispetto a prima?
La pandemia è stata molto dura perché ha interrotto bruscamente ciò che facevo abitualmente. La cosa che forse ha dato un impatto maggiore è stata l’assenza degli amici; mancava la complicità tra compagni con cui farsi due risate. Stare attenti era quasi impossibile e distrarsi era facilissimo.
Non mi sento particolarmente cambiata ma, finalmente, son tornata a passare molto tempo con i miei amici e presto attenzione alle lezioni. Mi sento più libera, ho di nuovo la possibilità di vivere la mia adolescenza senza mascherine o stando chiusa in casa.
Il covid pensi abbia migliorato o peggiorato la scuola?
Avendo iniziato il mio percorso alle scuole superiori con il Covid-19, non saprei dire con esattezza se la scuola sia migliorata o meno. Lo sbalzo tra le medie e le superiori con la pandemia in corso non è stato dei migliori. Alle medie con l’inizio del Covid-19 è stato un completo disastro perché nessuno si aspettava che potesse essere così grave. Hanno fatto tutto alla rinfusa provando a conciliare la Dad con il nostro orario originale. L’inizio delle superiori è stato abbastanza tranquillo, facevamo settimane alternando Dad con la scuola in presenza.
Tuttavia, da un certo punto di vista, credo che la scuola sia migliorata, specialmente grazie all’introduzione dei dispositivi elettronici che permettono un tipo di didattica più interattiva, dall’altra credo stia peggiorando sul fronte dei rapporti umani.
Come te la immagini la scuola perfetta?
La mia idea di scuola perfetta è la seguente:
• Quattro anni di medie, per permettere agli studenti di avere più tempo per decidere la scuola superiore, magari facendo progetti di orientamento più approfonditi per conoscere le diverse materie di indirizzo;
• La presenza almeno una volta a settimana di un insegnate madrelingua per le lezioni in lingua straniera;
• Dei corsi extrascolastici come il teatro, corsi di informatica o come delle gare di dibattito su argomenti di attualità;
• L’accessibilitá alla biblioteca della scuola;
• Più organizzazione da parte della scuola e più comprensione per noi alunni.
Come vedi il tuo futuro?
Non so cosa mi riserverà il futuro ma spererei di poter fare un lavoro che mi appassioni. Mi auguro, inoltre, di aver la possibilità di viaggiare, di conoscere nuove culture e di realizzare i miei obbiettivi.
Molto bene, l’intervista finisce qua. Grazie Giulia!