Ciao Antonio, potresti presentarti ai tuoi futuri elettori, ma in poche parole?
Poche ci provo, perché per un Avvocato in poche parole è sempre difficile, sono Antonio, ho 37 anni quasi 38 ahimè per la politica un giovane candidato. Sono avvocato, sono sposato da 6 anni ed impegnato in molteplici associazioni, perché uno dei valori fondanti della mia vita è l’associazionismo. Sono consigliere di Rigenerazione, faccio parte del Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati, in più sono Vice Presidente di A.I.G.A., l’Associazione Italiana Giovani Avvocati di Cuneo e, proprio nel mio ambiente, secondo me, l’associazionismo è importantissimo perchè un lavoro che di solito è isolazionista, mentre le associazioni contribuiscono alla crescita di una persona.
Antonio, ma qual è stata l’esperienza più significativa dopo la quale hai scelto di impegnarti politicamente?
Domanda non facile, perchè dobbiamo tornare a qualche hanno fa, perché la più significativa, in realtà, è stata la prima. Non ricordo bene adesso terza o quarta superiore, erano comunque gli anni del liceo dove una mia compagna di classe venne discriminata e bullizzata semplicemente per il modo che aveva scelto di vestirsi. Era una ragazza dark, quindi vestiva sempre di nero, questa faccia molto bianca e veniva bullizzata. In quel momento mi è scattato qualcosa dentro, un istinto di protezione nei cofronti di questa ragazza che mi ha portato a denunziare subito i fatti accaduti ai professori, al Preside. Da lì in poi mi è nata questa volontà di essere sempre vicino alla persona più debole e discrimata; alle minoranze, non vi è bisogno che siano minoranze di sesso, di colore, qui era anche una scelta stupida si parlava di vestiario però portava un malessere per questa ragazza. Questa ragazza piangeva, voleva addirittura abbandonare gli studi per questa cosa qui. Allora mi è proprio partita da lì l’esigenza di impegnarmi per queste ragioni.
Le persone che ti sono vicine, dicono di te che…
Dicono di me che sono sicuramente molto impegnato, perchè ho svariati interessi, svariati hobby. Io dico sempre, e trovo sempre conferma in questo, di avere tantissimi difetti e pochissimi pregi però tra questi pochi pregi vi è che quando ho un obiettivo cerco di raggiungerlo in ogni modo sempre nel rispetto degl altri, e di essere una persona molto determinata. Quando vi è un problema non ci si scoraggia, ma lo si affronta, ci si attrezza, ed il problema viene risolto.
Ecco, proprio per questo, credi che quindi l’ambiente in cui una persona cresce possa essere condizionante per sviluppare queste doti, queste caratteristiche di determinazione?
Questo è un argomento molto importante, perché in un mondo ideale l’ambiente non dovrebbe essere condizionante, perché il compito della politica, degli educatori dovrebbe essere proprio quello di superare l’ambiente da cui deriva una persona, e dare gli stessi strumenti per tutti. Purtroppo non è così, e parlo anche per quella che è la mia esperienza lavorativa. Da avvocato seguo in parte molto diritto di famiglia, e mi trovo a che fare, spesso, con condizioni di disagio e statisticamente ho dovuto riscontrare che, spesso, le condizioni di disagio degli adulti derivano dagli ambienti condizionanti dei bambini. Sicuramente dei bambini poco istruiti, dei bambini che non sono circondati da arte, che non sono circondati da cultura, che non sono circodati da interessi, tenderanno statisticamente, poi per fortuna ci sono sempre le giuste eccezioni, ad avere un disagio da adulti.
Proprio a giudizio di questo infatti, tu per i bambini, per i giovani quale contributo, tra i tanti, potrai dare una volta eletto?
Guarda Patrizia, partiamo da quello che è successo. Con il Covid sicuramente è esploso il problema dei giovani e dei bambini in sfaccettature diverse. Per i bambini per quanto riguada l’assisitenza che lo Stato, il Comune, le istituzioni non danno ai bambini. Abbiamo sentito spesso di mamme che non potevano andare a lavorare perché non sapevano come fare a guardare i bambini; per fortuna ci sono i nonni, ma i nonni non devono essere una sostituzione, ma un ausilio allo Stato. E’ capitato anche in Tribunale quando, per fortuna siamo stati chiusi solo un mese, un mese e mezzo ed a molte mie colleghe, e con il Comitato Pari Opportunità abbiamo affrontato questo problema, sono stati rigettate richieste per legittimo impedimento a presenziare in udienza perché a casa con i figli perché per i giudici questo non era un legittimo impedimento. Abbiamo cercato di combattere questa battaglia, e non l’abbiamo vinta perché è rimasto questo messaggio che una donna che doveva stare a casa perché suo figlio aveva la scuola chiusa non aveva un legittimo impedimento per non presenziare in udienza. Questo è sicuramente una priorità di quella che deve essere un’attività politica per quanto mi riguarda.
Per i giovani nel mio lavoro ho notato che nei giovani vi è un malessere molto diffuso, vi è questa tendenza a chiudersi, ad isolarsi; nelle separazioni che sto affrontando spesso i problemi ci sono per questi ragazzi che devono rivolgersi alla Neuropsichiatria infantile perché, ormai, non sanno più relazionarsi con gli altri ed in più, a questo problema, si aggiungono i problemi classici della separazione tra i genitori. Quindi, secondo me, è un obbligo per il Comune creare degli spazi di aggregazione. Quando si parla di scelte, anche mettendo in secondo piano quello che può essere l’interesse di una persona ad avere meno rumone per strada per cercare di ampliare l’intesse del giovane ad essere all’esterno ed a cercare uno spazio aggregativo che non sia sul telefono.
Pensando alle persone anziane, e delle famiglie che vivono il disagio dell’assistenza, tu cosa pensi?
Più quello che penso, quello che ho vissuto. Io ho mia nonna che è qui sulla scrivania che ho perso dopo la prima ondata di Covid, a 93 anni, per fortuna non di Covid, è stata una persona che è sempre stata bene nella sua vita, ma negli ultimi due anni due vita, dopo essere stata vittima di un Ictus, è stata allettata. E lì ci siamo scontrati con quelli che sono, non tanto le assenze perché l’assistenza territoriale c’è, ma non abbastanza. I miei genitori hanno dovuto comunque rivolgersi ad un’assistenza privata perché mia nonna, essendo allettata, ne aveva necessità 24 ore su 24 ed il Covid se ha fatto esplodere il problema giovanile, ha fatto, sicuramente, implodere il problema degli anziani. Ha fatto capire, a prescindere dalla questione dell’Ospedale dove venga collocato, che la priorità oggi è l’assistenza territoriale e su questo il Comune può e deve fare tanto.
Senti ti devo fare una domanda un poco cattiva, ma vorrei una risposta chiara e semplice, senza politichese. Perché per te oggi, operare per il bene comune significa …
Realmente cattiva. Questa domanda necessità di un momento di riflessione perché la risposta è importante. Il bene comune per me è tutelare le diversità; veniamo dal primo Pride a Cuneo, accogliere tutte le diversità facendo attenzione a non massificarle, ma valorizzando ed includendo le diversità. Secondo me le diversità spaventano sicuramente, perché è un qualcosa che non conosco, ma una volta che le accolgo, le conosco e le rendo meno fumose di quanto uno possa pensare, le diversità, in realtà, arricchiscono. Quindi se si vuole crescere per il bene comune le diversità vanno accolte.
Quando guardi al futuro, hai lo sguardo rivolto verso …
La priorità di questi anni è sicuramente l’ambiente. Anche l’ambiente condizionante come si può combattare? con l’attenzione all’ambiente, con una cultura dell’ambiente e con un privilegio per l’arte; l’arte e la cultura è ciò che può rendere l’ambiente meno condizionante.
Quando penso al futuro, tra i miei interessi principali c’è il viaggio. Il mio professore di filosofia mi ha sempre parlato della metafora del viaggio. E’ stato un insegnante più di vita che di storia e filosofia; se avessi seguito le mie inclinazioni veramente avrei voluto fare all’università Storia e Filosofia, poi dopo scelte di vita mi hanno portato a fare altro, ma è proprio una delle mie passioni e non escludo che un domani mi possa iscrivere a Storia e Filosofia. Quando mi parlava della metafora del viaggio io ho ancora un ricordo vivo del viaggio come conoscenza di sè e degli altri e torniamo un po’ alle diversità. Io posso vedere le diversità solo viaggiando, per me il viaggio è uno strumento e quindi vorrei creare le condizioni affinché Cuneo possa essere non solo un luogo ove qualcuno parta per andare altrove per vedere il mondo, ma perché il mondo possa venire qui.
Antonio, una curiosità, visto che hai questo bellissimo cane, come fai? Abiti in centro o in periferia?
Io abito in centro, anzi in pieno centro storico, perché abito in Contrada Mondovì. Però da ragazzo ho anche abitato in frazione, perché abitavo a Confreria. Sicuramente ho vissuto quelli, nell’età peggiore quando hai tra i 15 – 18 anni, che sono i disagi di vivere in frazione. L’assenza o comunque la carenza di collegamenti con l’altipiano, l’assenza di spazi per i giovani, sia privati, quindi locali, che comunali fatta eccezione, devo dire la verità, per l’oratorio che, in parte, si faceva da sostituto di questi soggetti. Un impegno della prossima amministrazione, ritornando all’ambiente condizionante, dovrà essere quello di colmare quei deficit. Non vi devono essere differenze tra il ragazzino che vive in altipiano, ed il ragazzino che vive in Frazione.
Per i cani ovvio che bisognerebbe creare degli spazi appositi. Partiamo sempre dalla cultura. Certo che se non vi è la cultura del padrone ad alzare la cacca che fa il cane ci si può far poco. Quindi ci vuole sicuramente un’azione formativa che non può non partire dalle scuole, perché tutto nasce da li. Dalle medie in poi un’educazione sull’ambiente, sulla responsabilità, su tutte quelle che sono le regole del vivere comune.
Ed il Comune cosa può fare?
Il Comune può fare sicuramente dei progetti formativi e la creazione degli spazi perché a Cuneo mancano sicuramente, ci sono ma non sono sufficienti, dedicati ai cani. Perchè chi vive in periferia ha dei deficit nei confronti di chi vive sull’altipiano ma può avere, ed ha sicuramente, degli spazi maggiori per i propri animali. Chi vive in centro non ha questi deficit di trasporto, ma io ho un triangolino verde dove poter portare loro a fare i loro bisogni e null’altro. Se ci fossero degli spazi dove loro potessero correre, dedicando, ad esempio, una parte del parco fluviale, che è enorme, proprio ai cani potrebbe essere un’ottima idea.
Un po’ hai anticipato una domanda che volevo farti prima. Questo è il rapporto che tu prevedi tra centro e perifieria?
Secondo me deve essere diretto, l’obiettivo è che il centro si sposti verso la periferia nell’ottica che non vi siano pià differenze tra centro e periferia. Chi nasce in centro ha gli stessi bisogni, e quindi le stesse risposte da parte dell’amministrazione comunale di chi nasce in periferia.
E questo immagino sia un impegno una volta eletto?
Assolutamente si.
E quale rapporto pensi di mantenere tra te e gli elettori per essere attento e vigile ai loro bisogni?
Guarda Patrizia, sicuramente ti dirò quello che non farò, e cioè essere presente oggi per ritornare sulla scena tra 5 anni. Non ho mai visto di buon occhio coloro che ogni 5 anni mi mandavano il messaggino, Mi sono candidato votami. Secondo me oltre a quello di decentralizzare gli eventi, bisognerà dare degli spazi sia fisici che elettronici dove ci possa essere costante confronto tra coloro che saranno eletti, e spero di esserci io, ma anche nel caso non dovessi esserci io, tra coloro che verranno eletti e coloro che li hanno eletti proprio per venire incontro a quel grido che abbiamo sentito durante gli incontri con i Comitati di Quartiere di assenza di comunicazione. Ci vogliono confronto, ascolto delle richieste, altrimenti come si può essere aggiornati sui bisogni dei cittadini che, oggi, sono determinati bisogni, ma tra tre o quattro anni magari potranno essere differenti. Abbiamo visto con il Covid che basta poco per rivoluzionare quelle che sono le esigenze. Tra l’altro uno degli strumenti è già presente ed esistente ed è il Blog Rivista di Rigenerazione di cui faccio parte, che è aperto e consente un costante dialogo tra le parti. In più sono state previste delle pagine proprio solo esclusivamente per i giovani, dove i giovani possono inserire quelle che sono le loro riflessioni liberamente. E come ti dicevo, con la creazione di spazi anche fisici dati dal Comune; vediamo un attimo Parco Parri come è stato aperto. Come è stato dato uno strumento di aggregazione abbiamo visto che la cittadinanza ha ben risposto. Bisognerebbe, quindi, ampliare quelli che sono gli spazi di aggregazione e, tra l’altro, viviamo a Cuneo e non all’Equatore, quindi non solo spazi di aggregazione esterni, ma sarebbe importante dare alla cittadinanza spazi di aggregazione interni, sia alle associazioni che ai singoli cittadini.
Potresti riassumere anche in una forma di slogan, come si può sintatizzare il tuo progetto?
Eh non posso che partire da qui: Colorare Cuneo. L’abbiamo già fatto, l’abbiamo colorata sabato, ma colorare Cuneo attraverso il valore della diversità, la dignità della persona in tutte le sue fragilità, inclusività nel rispetto dell’uomo e della donna.
Per chiudere direi un Cuneo aperta, europera e colorata.