La dieta sostenibile: 5 consigli per cambiare il mondo mangiando
[ssba-buttons]
Benvenuti a gennaio, mese dei nuovi inizi e dei buoni propositi mai rispettati. Lasciamo in quest’ultima categoria i soliti “smettere di perdere tempo sui social” o “spendere meno soldi in oggetti inutili”, e invece rispolveriamo il più grande dei classici: quest’anno mi metto a dieta. Se state pensando a tristi insalate scondite accompagnate da ancora più tristi gallette tipo cartoncino, siete completamente fuori strada; io sto parlando della dieta sostenibile.
Con “dieta sostenibile” intendo uno stile di vita basato sul rispetto e sulla valorizzazione delle risorse umane e ambientali che sono coinvolte in ogni fase della filiera alimentare, dalla produzione al trasporto, alla distribuzione e al consumo. Il sistema alimentare impatta enormemente in termini di emissioni di gas serra, consumo di acqua e giustizia sociale. Scegliendo con consapevolezza gli alimenti che compriamo e consumiamo, possiamo essere parte attiva nella costruzione di un mondo più pulito e più giusto.
Non esiste un modello alimentare universalmente valido per tutti: ognuno ha le proprie esigenze e i propri gusti, che vanno rispettati. La dieta deve essere “sostenibile” anche per chi la segue, in termini di piacevolezza, salubrità, facilità di applicazione e costo economico. Possiamo però individuare alcuni principi guida che sono alla base di una dieta sostenibile: località, stagionalità, modello Mediterraneo, biodiversità, etica.
Località
Consumare prodotti locali permette di consumare prodotti freschi e che non abbiano bisogno, se non in minima parte, di confezionamento, refrigerazione e lunghi trasporti. Questi sono tutti elementi estremamente “pesanti” dal punto di vista ambientale. Acquistando direttamente dai produttori, inoltre, si garantisce loro un compenso equo, che diminuirebbe all’aumentare dei passaggi del prodotto lungo la filiera della distribuzione. In questo modo, anche noi consumatori siamo più consapevoli della provenienza dell’alimento e del suo valore.
A Cuneo, consumare locale è facile! Ci sono diversi appuntamenti in cui si può acquistare dai produttori. Ogni settimana si trovano i mercati a km 0 organizzati da Campagna Amica in Piazza Costituzione e presso il Mercato coperto Campagna Amica. Si svolgono anche i Mercati Contadini Mercu e Giobia; e non dimentichiamo i mercati di Piazza Seminario e Foro Boario.
Per maggiori dettagli su giorni e orari, potete consultare il sito https://www.comune.cuneo.it/attivita-promozionali-e-produttive/commercio/mercato/ufficio-mercati.html. In alternativa, potete informarvi presso il vostro rivenditore di fiducia sulla provenienza dei prodotti, o leggere con attenzione le etichette al supermercato: anche lì si trovano spesso alternative locali.
Stagionalità
Consumare prodotti di stagione è vantaggioso per il pianeta e per il consumatore. Infatti, seguire i cicli naturali della produzione permette di sfruttare al meglio le condizioni ambientali, senza ulteriori consumi: le produzioni in serra hanno un enorme costo energetico! Si ottengono in questo modo alimenti più buoni, sia come sapore che come contenuto di sostanze antiossidanti. Insomma, mangiare le fragole a Natale non è una grande idea! Gli alimenti che seguono la stagionalità sono in particolare frutta, verdura e pesce; si trovano facilmente sul web pratiche guide illustrate, come quelle elaborate da Campagna Amica, presentate qui.
Modello Mediterraneo
La produzione dei diversi alimenti può richiedere più o meno acqua ed essere responsabile di più o meno emissioni di gas serra. Il cibo che richiede più risorse in assoluto è la carne bovina: per la produzione di una porzione da 100g sono necessari 1550 litri di acqua. Gli allevamenti intensivi sono una delle principali fonti di gas serra del settore agro-alimentare. Invece, sono molto meno esigenti frutta, verdura, cereali, legumi: proprio quegli alimenti che sono alla base della piramide Mediterranea, da consumare quindi quotidianamente. Si può osservare chiaramente dall’immagine, elaborata dal Barilla Center for Food and Nutrition.
A sinistra troviamo la classica piramide alimentare, con alla base gli alimenti che andrebbero consumati più frequentemente, e salendo quelli di cui è meglio limitare il consumo. A destra, abbiamo la piramide ambientale: più larga per gli alimenti con maggiore impatto e più stretta laddove gli alimenti richiedano poche risorse. Possiamo notare che la disposizione dei vari cibi è pressoché corrispondente, per cui quelli più presenti nella dieta Mediterranea sono quelli con minore impatto ambientale, e viceversa. Seguendo questo modello, dunque, senza eliminare completamente nessun alimento, possiamo migliorare la nostra salute e quella del pianeta. Esistono anche altri modelli che si sono rivelati ad alta sostenibilità, come per esempio una dieta vegetariana equilibrata o la dieta nordica. Il modello Mediterraneo rimane comunque il più semplice da seguire, poiché in linea con le nostre tradizioni, anche culturali, e composto da ingredienti locali, economici e facili da reperire.
Biodiversità
Con questo termine si intende la ricchezza delle diverse specie vegetali e animali, legata all’ambiente in cui vivono e a come interagiscono tra di loro. Più un ambiente è ricco di specie differenti, più è biodiverso, e quindi più resiliente, ovvero può rispondere alle condizioni avverse in maniera più veloce ed efficace. Promuovere la biodiversità attraverso le scelte alimentari è possibile: la chiave sta nell’essere curiosi. Invece di ricercare sempre la stessa varietà nell’ortofrutta, nei cereali o nei legumi, proviamo a consumare quelle specie diverse, magari tipiche di alcune zone; possiamo inoltre preferire colture non intensive, che permettano un’appropriata rigenerazione dei terreni. È vero che le azioni più risolutive spettano ai governi e al mondo dell’impresa, ma se come consumatori ci rendiamo sensibili al problema, possiamo dare inizio al cambiamento.
Per approfondire: http://www.fao.org/news/story/it/item/1181477/icode/
Etica
La sostenibilità, oltre che ambientale, è una questione sociale. Attraverso quello che acquistiamo, possiamo fare determinate scelte etiche e politiche. È fondamentale essere consapevoli che ciò che arriva sulle nostre tavole non si è materializzato nel supermercato, ma ha una storia: qualcuno lo ha coltivato, raccolto, confezionato, trasportato, con un consumo di risorse anche importante. Chiediamoci come sono stati trattati i lavoratori coinvolti nella produzione, se gli ingredienti utilizzati rispettano la natura e le popolazioni del luogo in cui sono coltivate, se per ricavare quell’alimento sono stati deforestati terreni o maltrattate specie animali. La consapevolezza ci permette di agire con coscienza: per esempio preferendo prodotti, packaging e ingredienti certificati come sostenibili, di cui si conosca la provenienza, oppure che vadano a finanziare le attività di cooperative o associazioni benefiche. Consumare in maniera etica vuol dire anche dare il giusto valore al cibo, evitandone ad ogni costo lo spreco.
Parlare di dieta sostenibile apre a un’infinità di sotto-argomenti, tutti estremamente importanti e complessi. Quelli illustrati in questo articolo sono i principi generali su cui basare i propri comportamenti, ma sta a ognuno di noi riflettere sul proprio personale stile di vita e su come renderlo più equo, sano e “green”. La sostenibilità non deve essere un sacrificio, ma piuttosto un gesto di profonda coscienza civica: insieme, possiamo davvero fare la differenza.