«Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei?
«Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo»
Cercatori infaticabili, studiosi delle stelle, troppo intelligenti per fermarsi a calpestare i sentieri meravigliosi e inesplorati della terra, non esitano a scrutare il cielo. Di lassù le luci si accendono senza che alcun lampionaio passi con il suo lungo bastone a dare il benvenuto alla notte o un qualche sistema automatico di regolazione del flusso luminoso prenda il suo servizio al calar del sole.
Sono i Magi in viaggio verso Betlemme.
Qualcosa li spinge ad osservare e a puntare gli occhi verso l’alto. Lì scorgono una luce nuova, una stella con cometa che li mette in movimento. Un viaggio che affascina i pellegrini di ogni tempo, cercatori ostinati del senso delle cose.
Qualche giorno fa ho sostato davanti ad un presepio ricco di simboli. La scena dei Magi mi ha particolarmente sorpreso. Un gruppo di saggi e ricchi signori, ne ho contati almeno sette, si muovono accompagnati da un qualificato entourage di servitori. I loro volti hanno tratti e colori diversi, perché diversa è la loro origine e provenienza. Chi a dorso di un elefante chi di un cavallo chi ancora di un cammello. Tre mezzi di trasporto in uso nel mondo allora conosciuto: l’Oriente, l’Europa e l’Africa.
Mondi che viaggiano verso una meta ancora ignota eppure già promessa.
Penso al desiderio sopito di tanti viaggi cancellati dalla paura, alle acque impetuose di programmate tempeste che hanno interrotto altri viaggi prossimi all’attracco sull’orlo culminante dei sogni. Avvolto nei pensieri, lascio sfilare davanti agli occhi i camminatori senza sosta che ci sfiorano nella ferialità dei giorni, protesi a colorare di speranza le impronte ripetitive del tempo.
Ho riascoltato le voci bambine di storie infarcite di fantasia, composte da poeti ancora anonimi eppure affascinati dai prolungati cammini dell’anima.
Perché andare a Betlemme?
Che c’è da vedere che non abbiamo già visto?
Cosa ancora abbiamo da ascoltare noi, che abbiamo sancito la fine del silenzio travolti dal rumore che accompagna la velocità, la potenza, l’energia, il potere?
C’è forse del nuovo da toccare per noi, abitatori di un mondo che sembra aver smarrito la meraviglia?
C’è bisogno, come afferma qualcuno, di reincantare il mondo, ossia di renderlo di nuovo desiderabile.
Ecco perché i cercatori di stelle, vecchi di duemila anni, possono bloccare il trambusto che abita il cuore degli uomini e delle donne di oggi e creare spazi per andare a rimirar la Stella.
Ci mostrano che tutto incomincia da un viaggio. E il pensiero del viaggio diventa anche il viaggio del pensiero.
Arrivati alla grotta, i Magi depongono i loro doni e si fermano a onorare il Figlio di Dio.
A quel punto, volgendo lo sguardo alla capanna, scorgo due bambini, entrambi in quello spazio. Uno nella culla, l’altro in braccio a una donna. È Stefania, giovane donna non sposata che alla nascita del Redentore, s’incamminò verso la grotta per rendergli omaggio, ma fu fermata dagli Angeli: «Ci scusi, Signorina, – le dissero – è vietato alle donne non sposate far visita alla Madonna che da poco ha dato alla luce il Bambino. Le regole sono regole!»
La giovane non si perse d’animo. Presa una pietra, la avvolse in fasce fingendosi madre e riprovò a entrare. Gabbati gli Angeli, soddisfatta e felice di trovarsi davanti alla Natività, diventa spettatrice di un miracolo sorprendente: in quell’istante la pietra si trasformò in un bambino di nome Stefano, il cui natalizio si festeggia appunto il 26 dicembre.
Storie di presepi, personaggi aggiunti a quel presepe della prima ora che torna anche quest’anno a raccontarci il mistero di un Dio che entra bambino nella nostra stessa storia. Semplicemente.
Non ci chiede se ci crediamo o no, se lo riconosciamo o se passiamo indifferenti, né quanti siano i presenti al concerto di Mezzanotte.
Semplicemente viene. Semplicemente piccolo. Senza saltare magicamente le tappe della crescita e mostrarsi subito grande!
Percorre le nostre strade: ora ripide e scivolose, ora esaltanti e indecifrabili, ora stupende e faticose…
Mistero da adorare e tutto da vivere!
Buon Natale!
Claudio Cavallo